"Eravamo fascisti"
Wladimiro Borchi
Il fascismo sembrava quasi un gioco, e anche quando i bombardieri inglesi sorvolavano Firenze la battuta dei giovani appartenenti al Gruppo Universitario Fascista era sempre “Tanto vanno a Pontassieve!”
Una spensieratezza fatta di atteggiamenti marziali buoni solo a condire lo spirito goliardico con la retorica del periodo e infierire sulla matricolina di turno, insospettabilmente destinata a infrangersi di colpo contro la concretezza di una chiamata alle armi che sembrava troppo lontana per prestarvi attenzione.
Ma la guerra c’è: troneggia sui protagonisti reclamando il proprio tributo in vite umane e rende irresistibile anche il più piccolo sotterfugio tramite il quale evitarla, conducendo però ineluttabilmente verso orrori inimmaginabili che segneranno per sempre l’anima e il destino dei giovani, costretti a fronteggiare l’abominevole conseguenza di un’ideologia malata.
Con Eravamo fascisti Wladimiro Borchi mette a nudo una generazione colpevole di quell’ignavia che esigerà riparazione attraverso una nemesi al di là di ogni supposizione, consegnandola ai lettori senza ergersi a giudice, ma con l’ironia e l’umiltà che lo contraddistinguono nei panni di narratore.
Brossura, 147 pagine. Prezzo € 15,00 · SPEDIZIONE GRATUITA
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"La strabiliante storia di un ventaglio"
Massimo Scalabrino
Talvolta le cose hanno un’anima.
Le cose nel senso di oggetti, come un meraviglioso ventaglio, dipinto da un maestro, scolpito nell’avorio delle zanne di un maestoso elefante.
Cosa accadrebbe se un siffatto oggetto, dotato di un’anima poetica, attraversasse oltre due secoli di storia, sempre nel posto giusto al momento giusto, passando per le mani di nobildonne, generali, ladri, premi nobel e artisti, e trovasse alla fine il modo per raccontare e raccontarsi?
Accadrebbe che, chi volesse dunque prestare attenzione all’insospettabile biografia di questa delicata opera d’arte, si ritroverebbe tra le mani… La strabiliante storia di un ventaglio.
Brossura, 198 pagine. Prezzo € 15,00 · SPEDIZIONE GRATUITA
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"Il sogno avvelenato"
Marco Reati
Negli anni di piombo si è combattuta una guerra, che un’intera generazione ha perso.
Luca, che ha vissuto senza limiti alimentato dal fuoco interiore della militanza, si ritrova schiacciato sotto le macerie degli ideali e dei miti crollati.
Una Libertà elevata a dogma, una volta svuotata dall’amore, dalla condivisione e dalla visione, apre le porte ai demoni del tormento, che si fanno strada cavalcando l’eroina, cannibalizzando entusiasmo e autostima. Resta solo un senso di fallimento troppo vasto per essere fronteggiato da soli. E Luca è solo.
Il sogno avvelenato è una finestra aperta su ciò che gli anni ‘70 italiani si sono lasciati dietro, il canto del cigno del grande movimento di lotta e di una generazione di guerrieri sognatori feriti e sconfitti che si racconta a noi con una nuda onestà che rasenta la crudezza e non si concede la minima indulgenza. La storia di Luca è un atto di memoria collettiva, il racconto di come il terreno sia franato sotto i piedi della generazione che portò l’assalto al cielo, sprofondandola in un inferno privato di angoscia, dolore e schiavitù.
Brossura, 259 pagine. Prezzo € 15,00 · SPEDIZIONE GRATUITA
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"Figlie di Fiamma"
Irene Malfatti
A volte per completarsi occorre perdere un pezzo di sé.
È ciò che scopre Minerva mentre contempla il corpo aggraziato e senza vita della madre al volante della sua auto distrutta.
Attraverso la voce di una donna brillante, seducente e fin troppo padrona di sé, Irene Malfatti ci fa da guida, con intelligente e smaliziata ironia, lungo il percorso dentro se stesse, a caccia delle catene che abbiamo forgiato per imprigionarci, per spezzarle una a una e riemergere all’aria e alla luce.
Abbattendo uno dopo l’altro tabù e luoghi comuni, l’autrice ci mette con disarmante schiettezza di fronte a un universo femminile che probabilmente conosciamo ma che raramente riconosciamo.
Un romanzo che vi commuoverà, vi strapperà sorrisi e risate di cuore, vi regalerà insospettate conferme e vi dimostrerà che per essere donna bisogna “uccidere l’Angelo del Focolare”.
Brossura, 150 pagine. Prezzo € 15,00 · SPEDIZIONE GRATUITA
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"Gli artigli delle farfalle"
Il potere è l'afrodisiaco supremo
Fabio Gimignani
“Il Potere è l’afrodisiaco supremo”.
In questa frase di Henry Kissinger si cela un mondo fatto di regole infrante, perversioni al limite dell’immaginabile e violento desiderio, capace di travolgere qualsiasi ostacolo con la potenza distruttiva di un tornado.
Tesa tra Stati Uniti e Israele, una rete invisibile cattura tra le proprie maglie i numerosi personaggi che ruotano attorno a un intrigo internazionale, costringendoli a confrontarsi con quella parte di se stessi che da sempre è bene tenere segregata nel profondo dell’Io, consci del fatto che, una volta liberata, nessuno sarà più in grado di contenerne gli effetti devastanti.
Un Agente Speciale dell’FBI, la sua nuova recluta dall’indole violenta e dalla femminilità compressa, frange deviate del Mossad, vertici politici irrimediabilmente collusi con multinazionali senza scrupoli, leggendari sicari internazionali e finanzieri privi di pietà intrecciano le proprie vicende sullo sfondo di un gioco fatto di sesso e dominazione, ormai non più controllabile nemmeno da chi pensava di poterlo condurre nelle vesti di master.
E tutto porterà verso l’unica scelta plausibile: vivere o morire.
Brossura, 888 pagine. Prezzo € 20,00 · SPEDIZIONE GRATUITA
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"Eravamo fascisti"
Wladimiro Borchi
Il fascismo sembrava quasi un gioco, e anche quando i bombardieri inglesi sorvolavano Firenze la battuta dei giovani appartenenti al Gruppo Universitario Fascista era sempre “Tanto vanno a Pontassieve!”
Una spensieratezza fatta di atteggiamenti marziali buoni solo a condire lo spirito goliardico con la retorica del periodo e infierire sulla matricolina di turno, insospettabilmente destinata a infrangersi di colpo contro la concretezza di una chiamata alle armi che sembrava troppo lontana per prestarvi attenzione.
Ma la guerra c’è: troneggia sui protagonisti reclamando il proprio tributo in vite umane e rende irresistibile anche il più piccolo sotterfugio tramite il quale evitarla, conducendo però ineluttabilmente verso orrori inimmaginabili che segneranno per sempre l’anima e il destino dei giovani, costretti a fronteggiare l’abominevole conseguenza di un’ideologia malata.
Con Eravamo fascisti Wladimiro Borchi mette a nudo una generazione colpevole di quell’ignavia che esigerà riparazione attraverso una nemesi al di là di ogni supposizione, consegnandola ai lettori senza ergersi a giudice, ma con l’ironia e l’umiltà che lo contraddistinguono nei panni di narratore.
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Massimo Scalabrino
Talvolta le cose hanno un’anima.
Le cose nel senso di oggetti, come un meraviglioso ventaglio, dipinto da un maestro, scolpito nell’avorio delle zanne di un maestoso elefante.
Cosa accadrebbe se un siffatto oggetto, dotato di un’anima poetica, attraversasse oltre due secoli di storia, sempre nel posto giusto al momento giusto, passando per le mani di nobildonne, generali, ladri, premi nobel e artisti, e trovasse alla fine il modo per raccontare e raccontarsi?
Accadrebbe che, chi volesse dunque prestare attenzione all’insospettabile biografia di questa delicata opera d’arte, si ritroverebbe tra le mani… La strabiliante storia di un ventaglio.
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"Il sogno avvelenato"
Marco Reati
Negli anni di piombo si è combattuta una guerra, che un’intera generazione ha perso.
Luca, che ha vissuto senza limiti alimentato dal fuoco interiore della militanza, si ritrova schiacciato sotto le macerie degli ideali e dei miti crollati.
Una Libertà elevata a dogma, una volta svuotata dall’amore, dalla condivisione e dalla visione, apre le porte ai demoni del tormento, che si fanno strada cavalcando l’eroina, cannibalizzando entusiasmo e autostima. Resta solo un senso di fallimento troppo vasto per essere fronteggiato da soli. E Luca è solo.
Il sogno avvelenato è una finestra aperta su ciò che gli anni ‘70 italiani si sono lasciati dietro, il canto del cigno del grande movimento di lotta e di una generazione di guerrieri sognatori feriti e sconfitti che si racconta a noi con una nuda onestà che rasenta la crudezza e non si concede la minima indulgenza. La storia di Luca è un atto di memoria collettiva, il racconto di come il terreno sia franato sotto i piedi della generazione che portò l’assalto al cielo, sprofondandola in un inferno privato di angoscia, dolore e schiavitù.
Brossura, 259 pagine. Prezzo € 15,00 · SPEDIZIONE GRATUITA
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"Figlie di Fiamma"
Irene Malfatti
A volte per completarsi occorre perdere un pezzo di sé.
È ciò che scopre Minerva mentre contempla il corpo aggraziato e senza vita della madre al volante della sua auto distrutta.
Attraverso la voce di una donna brillante, seducente e fin troppo padrona di sé, Irene Malfatti ci fa da guida, con intelligente e smaliziata ironia, lungo il percorso dentro se stesse, a caccia delle catene che abbiamo forgiato per imprigionarci, per spezzarle una a una e riemergere all’aria e alla luce.
Abbattendo uno dopo l’altro tabù e luoghi comuni, l’autrice ci mette con disarmante schiettezza di fronte a un universo femminile che probabilmente conosciamo ma che raramente riconosciamo.
Un romanzo che vi commuoverà, vi strapperà sorrisi e risate di cuore, vi regalerà insospettate conferme e vi dimostrerà che per essere donna bisogna “uccidere l’Angelo del Focolare”.
Brossura, 150 pagine. Prezzo € 15,00 · SPEDIZIONE GRATUITA
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"La valle dei cedri"
C'è sempre tempo per un prima o poi
Fabio Gimignani
Beirut, 1986.
A vent’anni non è giusto girare il mondo con un mitragliatore carico in spalla.
È ciò che pensa il protagonista, trovandosi a fronteggiare il suo divenire uomo nel modo più brusco e inevitabile che sia dato immaginare. Giunto in Libano come parte di un contingente italiano non meglio definito dagli accordi internazionali, il giovane sergente si ritrova a galleggiare in una realtà rarefatta in cui non c’è niente di concreto, tranne un regolamento assurdo creato da burocrati oscuri ed applicato da altrettanto oscuri ufficiali in una Beirut dilaniata dalla guerra e pronta a ghermire chiunque abbassi la guardia anche solo per un istante.
E poi c’è Roumieh: un carcere arroccato sulla collina che sovrasta la città, dove anche la propria ombra diventa un nemico in agguato.
Brossura, 76 pagine. Prezzo € 10,00 · SPEDIZIONE GRATUITA
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La nave ha da poco salpato le ancore, quindi le miglia percorse non sono ancora molte, ma la rotta tracciata prevede una navigazione intensa e ricca di meraviglie.
Buttate uno sguardo anche sulla pagina PROSSIMAMENTE, dove andremo di volta in volta ad annotare quali altre misteriose e affascinanti coste stiamo per toccare.
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NEL CASSETTO
independent and hungry publishing
Beirut, 1986.
A vent’anni non è giusto girare il mondo con un mitragliatore carico in spalla.
È ciò che pensa il protagonista, trovandosi a fronteggiare il suo divenire uomo nel modo più brusco e inevitabile che sia dato immaginare. Giunto in Libano come parte di un contingente italiano non meglio definito dagli accordi internazionali, il giovane sergente si ritrova a galleggiare in una realtà rarefatta in cui non c’è niente di concreto, tranne un regolamento assurdo creato da burocrati oscuri ed applicato da altrettanto oscuri ufficiali in una Beirut dilaniata dalla guerra e pronta a ghermire chiunque abbassi la guardia anche solo per un istante.
E poi c’è Roumieh: un carcere arroccato sulla collina che sovrasta la città, dove anche la propria ombra diventa un nemico in agguato.
Capitolo 1
Beirut.
Nonostante sia qui da ventidue giorni continuo a domandarmi cosa cazzo ci sto facendo a Beirut.
Che poi “la valle dei cedri”... forse una volta c'erano, ma adesso se mi giro intorno vedo solo macerie, polvere, disperazione e gente che mi guarda come se il responsabile di tutto fossi proprio io. Ma io non li ho buttati giù i vostri maledetti cedri.
Così come non ho ridotto le vostre case a un'accozzaglia di calcinacci e muri pericolanti.
Io non c'entro niente.
Qui non volevo nemmeno venirci!
Ventidue giorni.
Ventidue schifosi giorni alternati a ventidue notti nelle quali avrò chiuso occhio sì e no due ore, sempre sul chi vive nonostante ci stiano rincretinendo di chiacchiere sulla sicurezza dei nostri alloggi e su quanto la nostra presenza in questo posto sia ben vista dai locali.
Stronzate!
Perché non ci raccontano cosa sono quei buchi sul muro perimetrale esterno, o pensano che non siamo in grado di distinguere la tana di un geco dal foro di proiettile di un AK-47?
Ma va tutto bene, secondo loro.
E certo! Tanto tutti i giorni fuori, nel mezzo al nulla, per il giro di pattugliamento ci andiamo noi, mica loro!
E poi attenzione a non chiamarlo “pattugliamento”! Sarebbe roba da militari, e noi siamo qui come... come cosa?
Non siamo Esercito: l'Esercito ha lasciato il Libano due anni fa, nel 1984 in seguito a trattati di cui non conosco il nome e il contenuto, per quello che me ne potrebbe fregare e per quello che me ne fregava all'epoca, quando facevo ancora l'ultimo anno di liceo e pensavo solo a come sfangare la maturità e a come scopare tutto quello che mi passava davanti.
Non siamo una Forza di Pace: per quello ci sono i Caschi Blu dell'ONU, che ci guardano dall'alto in basso come se fossimo i parenti poveri al pranzo di Natale... e poi nelle zone più a rischio chi ci va? Mica quegli stronzi strapagati.
Ci andiamo noi o quegli altri stupidi dei Marines americani... sempre pronti a farsi spaccare il culo per conto di chi, il giorno dopo, li coprirà di insulti.
Non siamo mercenari: le stellette cucite sul collo della mimetica e il tricolore che portiamo sulla spalla e sulla pattina della tasca frontale ci privano anche di questo titolo e dei proventi che potremmo ricavarne. Però il tricolore non fa di noi l'Esercito Italiano, anche se ne indossiamo l'uniforme e ne guidiamo i mezzi; non ufficialmente, almeno.
In poche parole siamo un gruppo di stronzi catapultati nel bel mezzo di un conflitto sotterraneo combattuto da persone che non conosciamo per difendere o imporre idee delle quali non ci frega niente, comandati da ufficiali che non dovrebbero essere qui.
Fantasmi.
Siamo fantasmi in una terra che ne ospita e ne ospiterà fin troppi, a partire da quelli dei cedri che, mi dicono, una volta riempivano questi paraggi...